събота, 1 ноември 2025 г.

Riforma della Giustizia in Italia: dopo l'approvazione del Senato, la decisione passa al referendum. Commento dell'avvocato Santo Alfonso Martorano

 La riforma della giustizia non può ancora essere strumento di lotta politica

 Articolo: BurgasNovinite.BG

È in arrivo una riforma su larga scala del sistema giudiziario in Italia. Dopo l'approvazione del Senato, la decisione sarà sottoposta a referendum. Anche la separazione delle carriere è al centro della riforma. In questa occasione, abbiamo chiesto a uno degli avvocati più noti di Roma, l'avvocato cassazionista Santo Alfonso Martorano, insignito dell'Ordine di Cavaliere della Repubblica Italiana, presidente dell'Associazione Sportello del Consumatore e al tempo stesso personalmente toccato dalle carenze del sistema giudiziario italiano, di specificare quali problemi siano stati affrontati dalla riforma e se vi siano elementi aggiuntivi da aggiungere. L'avvocato Martorano ha fornito la seguente sintesi:

Dopo l’approvazione del Senato, la riforma della giustizia entra nella sua fase decisiva: il referendum confermativo. I cittadini saranno chiamati ad esprimersi su un intervento destinato a incidere profondamente sull’assetto costituzionale del sistema giudiziario italiano. Tra i temi più dibattuti spiccano la riduzione dei tempi dei processi, la digitalizzazione degli uffici e — soprattutto — la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente.

Perché la riforma è considerata necessaria

Da anni il sistema soffre di problemi strutturali:
    •    eccessiva durata dei processi, civile e penale;
    •    arretrati imponenti e carenze di personale;
    •    difformità organizzative tra uffici territoriali;
    •    digitalizzazione incompleta;
    •    incertezza del diritto, con decisioni non sempre prevedibili.

Queste criticità indeboliscono la tutela dei cittadini, rallentano l’economia e scoraggiano investimenti internazionali.

Le principali novità introdotte

La riforma si articola su diversi pilastri:
    1.    Snellimento delle procedure per ridurre i tempi processuali.
    2.    Digitalizzazione uniforme, con piattaforme integrate e udienze da remoto.
    3.    Rafforzamento degli organici, tramite nuove assunzioni e formazione mirata.
    4.    Valorizzazione di strumenti alternativi al contenzioso (ADR).
    5.    Responsabilizzazione delle motivazioni, per sentenze più chiare e coerenti.
    6.    Separazione delle carriere tra Pubblico Ministero e Magistrati giudicanti.

Quest’ultimo punto rappresenta la modifica più significativa sotto il profilo costituzionale.

Separazione delle carriere: cosa cambia

Attualmente magistrati giudicanti e Pubblici Ministeri appartengono allo stesso ordine e possono, nel corso di carriera, transitare da un ruolo all’altro. La riforma punta a creare due percorsi professionali distinti, con due Consigli Superiori separati.

L’obiettivo dichiarato è:
    •    rafforzare l’imparzialità del giudice, che deve rimanere equidistante tra accusa e difesa;
    •    rendere più nitida la funzione del PM, che rappresenta l’interesse pubblico all’azione penale;
    •    evitare commistioni culturali e organizzative.

I sostenitori ritengono che ciò aumenti le garanzie del cittadino; i critici temono squilibri di potere e possibili pressioni politiche.

Il referendum: una scelta di civiltà giuridica

Il passaggio al voto popolare è un momento di democrazia diretta. I cittadini saranno chiamati a rispondere su quale modello di giustizia vogliono per il futuro:
    •    mantenere l’assetto attuale,
oppure
    •    confermare una riforma che mira a modernizzare il sistema.

Reggio, assolto dalle accuse di associazione per delinquere e riciclaggio  l'avvocato Martorano

Il parere dell’Avv. Santo Alfonso Martorano

Per l’Avv. Santo Alfonso Martorano, la riforma rappresenta:

“Un passo decisivo verso una giustizia più efficiente, equilibrata e credibile. La separazione delle carriere tutela meglio l’imparzialità del giudice e chiarisce il ruolo dell’accusa, rafforzando il principio di terzietà”.

Secondo il professionista:
    •    la digitalizzazione accelererà la risposta giudiziaria;
    •    la specializzazione ridurrà margini di errore;
    •    la distinzione tra ruoli aumenterà la fiducia dei cittadini.

Martorano sottolinea inoltre che una giustizia lenta non garantisce diritti, ma li svuota.

Le sfide ancora aperte

Rimangono tuttavia nodi da sciogliere:
    •    risorse adeguate?
    •    formazione uniforme?
    •    garanzie di indipendenza degli organi separati?

La riforma deve essere accompagnata da vigilanza, investimenti e continuità politica.

Conclusioni

Con il referendum si apre una fase storica per la giustizia italiana. L’esito non inciderà solo sulla tempistica dei procedimenti, ma sulla cultura giuridica del Paese.

Il parere favorevole dell’Avv. Santo Alfonso Martorano riflette la posizione di una parte qualificata del mondo forense, orientata verso innovazione, equilibrio e rafforzamento delle garanzie.

Se confermata, la riforma potrà:
    •    modernizzare il sistema,
    •    aumentare la certezza del diritto,
    •    rendere l’Italia più competitiva.

Ora la parola passa ai cittadini: sarà il popolo sovrano a decidere quale giustizia avremo domani.

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